Fondazione Ente Ville Vesuviane: il 5 maggio vernissage della mostra “La poetica dell’abitare” di Daniele Zagaria

Fondazione Ente Ville Vesuviane: il 5 maggio vernissage della mostra “La poetica dell’abitare” di Daniele Zagaria

La poetica dell’abitare: dal 5 maggio al 24 luglio, a Villa Campolieto, la mostra di Daniele Zagaria

Al via il ciclo di incontri culturali “Un aperitivo con…” 
“L’abitare ci appare in tutta la sua ampiezza quando pensiamo che nell’abitare risiede l’essere dell’uomo, inteso come il soggiornare dei mortali sulla terra.”
(Martin Heidegger, Costruire abitare pensare)

Si terrà il giorno giovedì 5 maggio alle ore 18 presso Villa Campolieto ad Ercolano il vernissage della mostra “La poetica dell’abitare” di Daniele Zagaria, a cura di Marco Zagaria. Promossa dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane nelle persone del Presidente Gianluca Del Mastro e del Direttore Roberto Chianese insieme con i consiglieri Giuseppe Angelone, Giuseppina Auricchio, Rosa Vitanza e dal MIC -Ministero della Cultura, la mostra sarà visitabile tutti i giorni dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso alle 17.30). Info e prenotazioni su shop.visitarevillevesuviane.net/it/biglietti (tel: 081 732 21 34). L’accesso alla mostra sarà consentito con il biglietto di ingresso per Villa Campolieto.  

Nel corso dei tre mesi di esposizione sono inoltre previsti happening culturali presso le scuderie della Villa nel corso dei quali personalità del mondo dell’arte e del design dialogheranno con il curatore della mostra Marco Zagaria e si confronteranno con il pubblico sorseggiando un aperitivo al tramonto. Il format, dal titolo “Un aperitivo con…” gode del patrocinio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggistici e Conservatori di Napoli e provincia, e consentirà ai partecipanti il riconoscimento di crediti formativi. Questo il calendario: 18 maggio incontro con Massimo Bignardi (storico dell’arte) e Eduardo Alamaro (architetto); 9 giugno incontro con Mario Buono (architetto) e Anna Gallo (ph. D in design); 14 luglio incontro con Enrico Bugli (artista) e Dario Giugliano (docente). A moderare gli appuntamenti sarà la giornalista Francesca Scognamiglio.

LA MOSTRA

La mostra sulla poetica dell’abitare di Daniele Zagaria, ha lo scopo di svelare il percorso creativo che sottende la produzione prolifica dell’architetto, designer, grafico e progettista di interni, partenopeo di adozione ma pugliese di origine. Questa produzione, parallela e nascosta rispetto al piano più noto delle realizzazioni di architetture pubbliche, svela una singolare e stupefacente capacità creativa oltre che intellettuale nel concepire il contesto dell’abitare nella sua completezza e complessità.

Formatosi nel clima culturale dei primi anni sessanta, deve alla frequentazione e all’amicizia con alcuni degli artisti più noti nel panorama culturale napoletano (solo per citarne alcuni Mario Persico, Annibale Oste, Errico Ruotolo, Quintino Scolavino, Carlo Alfano), il ripensamento critico delle idee funzionaliste che lo portano, insieme alla scoperta delle poetiche “dell’inutile” e del “gioco”, a ricercare una qualità diversa e alternativa del disegno d’arredo, spostando il suo interesse verso una fruizione estetica più ampia e articolata. La mostra ha il desiderio di farci percorrere un viaggio nel percorso creativo di Daniele Zagaria; un viaggio senza spazio e senza tempo, percorso in compagnia delle sue ideazioni, il mobile-quadro, il mobile-personaggio, il mobile-robot, le grafiche “spaziali”.  Ma il viaggio è anche un racconto che contiene la conoscenza e la sapienza delle personalità che lo hanno sempre accompagnato in questo tracciato; artigiani, artisti, scultori, che prima di essere summa di conoscenza e sapere sono stati innanzitutto amici e compagni di vita. E’ per questo che è difficile definire un confine tra le contaminazioni dei contributi di ciascuno. Il risultato è il frutto di forme ricche, contaminate e plasmate dalla creatività ma connotate da una conoscenza della tecnica che applica con rigore Daniele Zagaria e che “contengono” il processo creativo di molti. Anche quando queste presenze non appartengono al quotidiano delle frequentazioni di prossimità, rappresentano presenze del quotidiano vissuto da Daniele. Il viaggio simbolico e narrativo è scandito al ritmo di una musica che gli appartiene come filosofia del vissuto ironico e giocoso, facendo suoi gli intrallazzi amorosi “Hanky Panky” del jazzista Hank Jones così come “Monk, Duke and Me” di Charles Mingus. La musica, la sua collezione di arte, accompagnano il suo quotidiano e tessono la poetica dell’abitare di chi starà – abiterà negli spazi che lui immagina e realizza, “nel modo in cui tu sei e io sono, il modo in cui noi uomini siamo sulla terra, è il Buan, l’abitare. Esser uomo significa: essere sulla terra come mortale; e cioè: abitare (M. Heidegger). 

13.-ANTONIO-PETITO

13 luglio 2025 |  VILLA CAMPOLIETO | ERCOLANO ORE 19:30

TEATRO

NELLE STANZE DEL DUCA DI SANGRO

infinito petito

Tre surice dint' a no mastrillo

di ANTONIO PETITO
con Rosario D'Angelo, Diego Consiglio, Maria Teresa Iannone, Vincenzo Bove, Vincenzo Vecchione
adattamento e regia Riccardo Citro

Pulcinella è molto più di una maschera: è il residuo attivo di una memoria teatrale che non ha mai smesso di vivere. È uno strumento vivo e presente, capace di guidare l’attore e di imprimere una forma precisa alla scena. Ogni volta che si mette in scena una “pulcinellata”, la sfida è sempre la stessa: far esplodere la sua potenza comica, rinnovare la sua vocazione parodica, attualizzarne la forza. Pulcinella non ha bisogno di resurrezioni nostalgiche: è vivo ogni volta che lo si lascia agire. “Tre surice dint’a no mastrillo” di Antonio Petito, è una piccola macchina perfetta: una partitura fatta di parole essenziali, gesti rapidi, e soprattutto spazi per il gioco attorale. Nella sua apparente leggerezza, il copione nasconde un meccanismo teatrale millimetrico, che regge il tempo e lo sguardo contemporaneo. Petito non spiega né giustifica: presenta tipi umani, desideri ossessivi, corteggiamenti grotteschi. Pulcinella, degradazione farsesca dell’innamorato romantico, è coinvolto in una corsa assurda e violenta verso un oggetto del desiderio tanto erotico quanto irreale: la figlia della tavernara. In questa versione, la farsa diventa specchio amaro del nostro presente. L’amore si trasforma in consumo, l’oggetto desiderato è un bene da conquistare e bruciare. I tre pretendenti sono tre maschere della pulsione cieca, incapaci di reale relazione, immersi in un automatismo che è, oggi, lo specchio della nostra bulimia affettiva e sessuale. La scena si fa così essenziale, quasi crudele, per lasciar emergere un riso secco, violento, quasi animalesco

SPETTACOLO TEATRALE E SPETTACOLO DI DANZA
INTERO: € 10,00
RIDOTTO UNDER 25 E OVER 65: € 7,00
Biglietteria fisica la sera dello spettacolo dalle ore 18:00