punto

07

Il vestibolo

Ci troviamo nel vestibolo superiore, l’unica sala che conserva l’originale pavimentazione in cotto della villa.

Ci accoglie un armonico spazio dove si ha la percezione immediata dell’organizzazione degli ambienti e delle funzioni assegnate: le ventuno stanze del piano nobile si susseguono l’una nell’altra, disegnando un percorso a “cannocchiale” che non riesce a completarsi in un cerchio. Gli ambienti principali sono introdotti da quattro lunette affrescate al di sopra delle porte, con alla base iscrizioni in latino che poeticamente scandiscono il tempo della casa tramite il ciclo delle stagioni.

Iniziando da destra (spalle all’ingresso) alzando lo sguardo ecco la prima iscrizione sormontata da una lunetta che ritrae Pomona. La scritta recita:
HAS POMONA COLIT SEDES ET LIBER AN UQUAM/ POSSE PER AUTUMNEM LAETIOR ESSE PUTES
(Pomona onora questi luoghi se ritieni che ogni luogo possa essere libero e più fecondo in autunno)

Di fronte a noi troviamo una dedica alla costellazione dell’acquario e all’inverno che recita:
FRIGIDUS HIBERNA LICET INSTET AQUARIUS URNA/ QUID BOREA HEIC METUAS QUID MALA DAMNA NIVIS
(Per quanto Acquario abbia già attraversato gli accampamenti invernali con la sua urna, si tema la Borea e i danni della neve)

Sulla porta alla nostra sinistra troviamo la lunetta dedicata a Cloride (la primavera) che recita:
HEIC UBI ODORATO CHLORIS PROCEDET AMICTU/MOLLIA JUCUNDE TEMPORA PUERIS AGAS

(Dove Cloride incederà col mantello profumato, trascorri piacevolmente momenti propizi ai fanciulli)

Sulla nostra testa, nella lunetta del portone d’ingresso, la scritta dedicata a Cerere – e quindi all’estate – che recita:QUA CERERIS FLAVAS AESTU TERET AREA FRUGES/NON ALIA MELIUS PARTE LATERE QUEAS

(Quale altro luogo che non sia in questa parte produrrà meglio le messi mature di Cerere)

Il vestibolo è ampiamente illuminato grazie ad una splendida cupola con finestre ovali che spicca anche dall’esterno, aggraziando la figura della villa nello skyline di Ercolano.

Purtroppo, gli affreschi della cupola, probabilmente opera di Crescenzo La Gamba, sono andati completamente perduti, insieme alle statue presenti nelle nicchie agli angoli della sala che, partecipando al progetto decorativo complessivo annunciato nelle lunette e nelle scritte al di sopra delle porte, probabilmente raffiguravano le quattro stagioni.

Ti trovi qui

Curiosità

  • LA VILLA NEL CINEMA

    Tra quest’ambiente e la stanza successiva vennero girate nel 1966 alcune scene del film "Operazione San Gennaro" di Dino Risi, con Nino Manfredi e Totò tra gli attori di spicco presenti nella pellicola. Gli ambienti vengono utilizzati per inscenare un matrimonio “alla napoletana”, con ricco banchetto e tantissimi invitati. Documento dello stato di fatiscenza nel quale versava il complesso monumentale prima del recupero operato negli anni Settanta ad opera dell’allora nascente Ente per le Ville Vesuviane, istituito con Legge dello Stato del 29 luglio 1971.

Panoramica

[wpvr id="9898"]
13.-ANTONIO-PETITO

13 luglio 2025 |  VILLA CAMPOLIETO | ERCOLANO ORE 19:30

TEATRO

NELLE STANZE DEL DUCA DI SANGRO

infinito petito

Tre surice dint' a no mastrillo

di ANTONIO PETITO
con Rosario D'Angelo, Diego Consiglio, Maria Teresa Iannone, Vincenzo Bove, Vincenzo Vecchione
adattamento e regia Riccardo Citro

Pulcinella è molto più di una maschera: è il residuo attivo di una memoria teatrale che non ha mai smesso di vivere. È uno strumento vivo e presente, capace di guidare l’attore e di imprimere una forma precisa alla scena. Ogni volta che si mette in scena una “pulcinellata”, la sfida è sempre la stessa: far esplodere la sua potenza comica, rinnovare la sua vocazione parodica, attualizzarne la forza. Pulcinella non ha bisogno di resurrezioni nostalgiche: è vivo ogni volta che lo si lascia agire. “Tre surice dint’a no mastrillo” di Antonio Petito, è una piccola macchina perfetta: una partitura fatta di parole essenziali, gesti rapidi, e soprattutto spazi per il gioco attorale. Nella sua apparente leggerezza, il copione nasconde un meccanismo teatrale millimetrico, che regge il tempo e lo sguardo contemporaneo. Petito non spiega né giustifica: presenta tipi umani, desideri ossessivi, corteggiamenti grotteschi. Pulcinella, degradazione farsesca dell’innamorato romantico, è coinvolto in una corsa assurda e violenta verso un oggetto del desiderio tanto erotico quanto irreale: la figlia della tavernara. In questa versione, la farsa diventa specchio amaro del nostro presente. L’amore si trasforma in consumo, l’oggetto desiderato è un bene da conquistare e bruciare. I tre pretendenti sono tre maschere della pulsione cieca, incapaci di reale relazione, immersi in un automatismo che è, oggi, lo specchio della nostra bulimia affettiva e sessuale. La scena si fa così essenziale, quasi crudele, per lasciar emergere un riso secco, violento, quasi animalesco

SPETTACOLO TEATRALE E SPETTACOLO DI DANZA
INTERO: € 10,00
RIDOTTO UNDER 25 E OVER 65: € 7,00
Biglietteria fisica la sera dello spettacolo dalle ore 18:00