Il turismo nel segno della Bellezza.

Villa

ruggiero

LOCALITÀ
Via Alessandro Rossi, 42
80056 – Ercolano (NA)

ORARI
Legati alla Biblioteca Comunale Bonajuto:
Lun – Ven 08:20 – 13:00
Lun – Ven 15:00 – 19:00

XXXI edizione

festival delle ville vesuviane

ripartiamo dalla

bellezza

26 luglio 2020
villa campolieto – ercolano

i prossimi incontri
filtra per
Active filter: none

biglietteria

Lungo quel tratto della strada regia delle Calabrie, che per lo splendore delle costruzioni che su di essa si aprirono, fu ribattezzata il Miglio d’Oro, non lontano dalla famosa Villa Campolieto, sorge la Villa Petti Ruggiero. Il posizionamento di tale fabbrica, alle falde del Vesuvio in un’area collinare piuttosto lontana dal mare, la fa appartenere ad una categoria di”dimore rustiche” legate un tempo soprattutto ad attività produttive di tipo agricolo, priva di quelle pretese di eleganza tipiche delle ville della fascia costiera. Fu costruita per volere del barone Petti verso la metà del ‘700 ed appartenne a questa famiglia fino al 1863 , anno in cui passò ai Ruggiero. L’attuale configurazione planimetrica della villa non corrisponde precisamente a quella originaria, come si può notare dalla mappa del Duca di Noja, risultando uno sviluppo asimmetrico dei corpi di fabbrica rispetto all’asse longitudinale. La villa presenta lungo la strada una facciata di modeste dimensioni le cui proporzioni originarie risultano oggi alterate per l’aggiunta di un piano sopraelevato. Nella composizione della facciata, domina un bei portale, girato a tutto sesto, in piperno e marmo bianco con ai lati lesene bugnate e capitelli ionici, sormontato da un balcone mistilineo. La decorazione della facciata è costituita da timpani in stucco che incorniciano le aperture del piano rialzato e del piano nobile.

L’impianto planimetrico è tra i più consueti: il profondo corpo prospiciente la strada si prolunga in due brevi ali che, collegate da un’esedra, determinano lo spazio del cortile ellittico. Il vestibolo posto in asse con il varco dell’esedra, è articolato nella successione di tre spazi coperti da volte a crociera che si dilatano nella parte centrale determinando due esedre dove trovano posto i sedili marmorei che seguono l’andamento delle parti laterali incurvate. Il prospetto sul cortile è sicuramente la parte peculiare della fabbrica : articolato da una serliana, che sorregge una terrazza, con spiccato gusto rococò. Presenta infatti, nell’ordine inferiore una partitura di lesene liscia che si ripete anche sulle brevi ali laterali che inquadrano i tre varchi del porticato aperto sul cortile. Sulla facciata del piano superiore, arretrata per dar luogo alla terrazza, si aprono i balconi incorniciati da cartigli e volute in stucco e nella parte centrale è disposta una nicchia che ospita il busto S. Gennaro nel consueto gesto di fermare la lava del vulcano. La terrazza, la cui balaustra alterna alle ringhiere panciute poggi in piperno a sostegno di busti sculture!, secondo un motivo ricorrente nella cultura settecentesca napoletana, costituisce l’episodio decorativo più ricco di tutto il complesso, da cui si può scorgere l’ombroso viale del giardino chiuso sul fondo da una nicchia.

galleria

ville

vesuviane

villa

campolieto

Villa delle

ginestre

tutte le

ville

13 luglio 2025 |  VILLA CAMPOLIETO | ERCOLANO ORE 19:30

TEATRO

infinito petito

Tre surice dint'a no mastrillo


di ANTONIO PETITO

con Rosario D'Angelo, Diego Consiglio, Maria Teresa Iannone, Vincenzo Bove, Vincenzo Vecchione adattamento e regia Riccardo Citro

NELLE STANZE DEL DUCA DI SANGRO

Pulcinella è molto più di una maschera: è il residuo attivo di una memoria teatrale che non ha mai smesso di vivere. È uno strumento vivo e presente, capace di guidare l’attore e di imprimere una forma precisa alla scena. Ogni volta che si mette in scena una “pulcinellata”, la sfida è sempre la stessa: far esplodere la sua potenza comica, rinnovare la sua vocazione parodica, attualizzarne la forza. Pulcinella non ha bisogno di resurrezioni nostalgiche: è vivo ogni volta che lo si lascia agire. “Tre surice dint’a no mastrillo” di Antonio Petito, è una piccola macchina perfetta: una partitura fatta di parole essenziali, gesti rapidi, e soprattutto spazi per il gioco attorale. Nella sua apparente leggerezza, il copione nasconde un meccanismo teatrale millimetrico, che regge il tempo e lo sguardo contemporaneo. Petito non spiega né giustifica: presenta tipi umani, desideri ossessivi, corteggiamenti grotteschi. Pulcinella, degradazione farsesca dell’innamorato romantico, è coinvolto in una corsa assurda e violenta verso un oggetto del desiderio tanto erotico quanto irreale: la figlia della tavernara. In questa versione, la farsa diventa specchio amaro del nostro presente. L’amore si trasforma in consumo, l’oggetto desiderato è un bene da conquistare e bruciare. I tre pretendenti sono tre maschere della pulsione cieca, incapaci di reale relazione, immersi in un automatismo che è, oggi, lo specchio della nostra bulimia affettiva e sessuale. La scena si fa così essenziale, quasi crudele, per lasciar emergere un riso secco, violento, quasi animalesco

SPETTACOLO TEATRALE E SPETTACOLO DI DANZA
INTERO: € 10,00
RIDOTTO UNDER 25 E OVER 65: € 7,00
Biglietteria fisica la sera dello spettacolo dalle ore 18:00