MERAVIGLIE quarta puntata – La penisola dei tesori

MERAVIGLIE quarta puntata – La penisola dei tesori

Martedì 18 gennaio in prima serata su Raiuno, torna Alberto Angela con un nuovo appuntamento di Meraviglie, la penisola dei tesori. Questa sarà la quarta ed ultima puntata di questa edizione che ci ha accompagnato per 4 settimane alla scoperta delle bellezze Italiane.

Partiremo da Padova da uno dei luoghi simbolo della città: Palazzo della Ragione, un gioiello dell’arte e dell’architettura medievale. Visiteremo poi la Basilica di Sant’Antonio, con le sue inconfondibili cupole in stile bizantino, e qui, nella “Basilica del Santo” come la chiamano i Padovani, ammireremo capolavori assoluti dell’arte, come le sette statue bronzee opera di Donatello che ne decorano il grande altare centrale. Immancabile la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto e di recente inserita nell’elenco dei siti patrimonio mondiale dell’umanità. Sempre a Padova visiteremo alcuni dei luoghi più celebri dell’università di Padova, come il Teatro Anatomico a Palazzo Bo e l’orto botanico, realizzato in epoca rinascimentale e che, a distanza di secoli, costituisce ancora un importante centro di studio e ricerca. La famosa campionessa di nuoto Novella Calligaris, originaria di Padova, ci racconterà aspetti nascosti della vita nella sua città, mentre l’attore Mariano Rigillo farà rivivere uno dei più famosi professori dell’Università di Padova: Galileo Galilei.

Il viaggio di Alberto Angela prosegue tra le meraviglie del Miglio d’Oro nel Golfo di Napoli. Approderemo ad Ercolano, a Villa Campolieto, uno degli esempi più rappresentativi delle magnifiche ville vesuviane edificate in questa zona del Golfo di Napoli nel corso del Settecento. Proprio all’inizio del Settecento inoltre venne fatta una delle scoperte che avrebbero per sempre cambiato la storia dell’archeologia: l’antico teatro romano di Ercolano rimasto per secoli sommerso dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Dopo aver esplorato questo suggestivo luogo sotterraneo, ci sposteremo in quello che è oggi uno dei siti archeologici più famosi al mondo: la città romana di Ercolano. Ultima tappa di questo viaggio nelle meraviglie del miglio d’oro, è il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, dove sono conservati alcuni dei reperti più belli legati alla storia della ferrovia italiana. L’attore e regista Lello Arena racconterà alcuni aneddoti relativi a villa Campolieto, mentre l’attore Remo Girone, farà rivivere il celebre architetto Luigi Vanvitelli
Dai tesori campani all’Umbria. L’Umbria è la terra in cui la natura asseconda l’arte con un paesaggio che è già capolavoro. Infatti, il percorso di Alberto Angela comincia nella Cattedrale di Spoleto e dagli stupendi affreschi di Filippo Lippi. La notte spoletina vedrà quindi l’incontro con Uto Ughi, con cui Angela dialogherà sugli incanti senza confini della musica. Quindi il famoso violinista inonderà nella notte il suggestivo spazio delle note di Beethoven. Altra tappa è Todi e la sua piazza Del Popolo in cui regna una perfetta armonia tra palazzi laici e religiosi. A Todi prende vita con l’attore Giulio Scarpati il suo poeta contestatore: Jacopone, che davanti alla propria tomba, racconta le ingiustizie subite dalla Chiesa. Dall’alto scopriremo la chiesa di Santa Maria della Consolazione, un meraviglioso fiore di pietra che per la sua perfezione architettonica ha fatto pensare a un intervento del Bramante. Infine sarà Spello a rivelarci le sue mura romane con la monumentale bellezza della Porta Venere e poi la Cappella Baglioni, affrescata nel 1501 nella chiesa di Santa Maria Maggiore, un capolavoro assoluto del Pinturicchio, il pittore reduce dalla Cappella Sistina che a Spello volle raggiungere una dimensione intima della propria arte.

Meraviglie, la penisola dei tesori è un programma condotto da Alberto Angela per la regia di Gabriele Cipollitti e la fotografia di Vincenzo Calò. Gli autori sono Aldo Piro, Filippo Arriva, Fabio Buttarelli, Ilaria Degano, Vito Lamberti, Emilio Quinto.

MIGLIO D’ORO (GOLFO DI NAPOLI)

Il viaggio di Alberto Angela tra le meraviglie del Miglio d’Oro nel Golfo di Napoli, ha inizio a Ercolano, a Villa Campolieto, uno degli esempi più rappresentativi delle magnifiche ville vesuviane edificate in questa zona del Golfo di Napoli nel corso del Settecento, un’epoca d’oro per Napoli e la Campania. La costruzione di queste ville ha inizio dopo una data precisa: il 1735 quando il sovrano di Napoli, Carlo di Borbone, decise di realizzare la sua nuova reggia estiva a Portici. Per stare a contatto con la corte reale, gli aristocratici napoletani cominciarono così ad acquistare terreni, ed erigere lussuose residenze… In pochi decenni, tra Ercolano e Torre del Greco furono edificate oltre cento ville al punto che questa strada, lunga un miglio secondo il sistema di misura in uso all’epoca, fu ribattezzata il “Miglio d’oro”. Villa Campolieto, con la sua grande esedra circolare, e le sale magnificamente decorate, rappresenta il prototipo della Villa vesuviana: un edificio inserito in maniera perfetta nel paesaggio circostante, di cui diventa parte integrante, nel quale il lusso e l’eleganza degli interni dialogano con le forme semplici della struttura architettonica. A realizzarla, su commissione del principe Luzio di Sangro, fu il più famoso architetto del tempo, Luigi Vanvitelli, che vi trascorse diversi anni, curando ogni minimo dettaglio della villa. Oltre che per la bellezza dei luoghi, c’era un altro motivo per cui la nobiltà di tutta Europa si recava sul golfo di Napoli. Proprio all’inizio del Settecento venne fatta una delle scoperte che avrebbero per sempre cambiato la storia dell’archeologia: l’antico teatro romano di Ercolano rimasto per secoli sommerso dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Dopo aver esplorato questo suggestivo luogo sotterraneo, ci sposteremo, a poca distanza, in quello che è oggi uno dei siti archeologici più famosi al mondo: la città romana di Ercolano, inserita dall’UNESCO nell’elenco dei siti patrimonio mondiale dell’umanità. Questa cittadina romana rimasta sostanzialmente intatta a distanza di quasi due millenni, costituisce una fonte di informazioni straordinaria per lo studio della civiltà romana. A causa della particolare tipologia di evento vulcanico alla quale è stata sottoposta, a Ercolano infatti i reperti organici, come quelli lignei, si sono conservati ed oggi costituiscono uno dei tesori che rendono questo sito unico al mondo. Ultima tappa di questo viaggio nelle meraviglie del miglio d’oro, è il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, dove sono conservati alcuni dei reperti più belli legati alla storia della ferrovia italiana, che proprio in questa parte del golfo di Napoli ha avuto un suo momento importante. Nel 1839 venne inaugurato infatti il primo tratto ferroviario in Italia, lungo la linea che da Napoli portava a Portici. A realizzarla, fu Ferdinando II di Borbone, il figlio e successore di Carlo, con lo scopo di unire Napoli alla residenza estiva di Portici. E proprio all’interno del museo, è visibile la locomotiva che il 3 ottobre del 1839 trainò il convoglio inaugurale sulla tratta Napoli-Portici. In un altro padiglione, si trova invece un altro gioiello del museo: una delle carrozze che componeva il Treno Reale, col quale Umberto di Savoia, il 10 gennaio del 1930, andò a prendere la sua futura consorte Maria José del Belgio, per condurla in Italia per la celebrazione delle nozze.

L’attore e regista Lello Arena racconterà alcuni aneddoti relativi a villa Campolieto, mentre l’attore Remo Girone, farà rivivere il celebre architetto Luigi Vanvitelli.

Fonte rosarydelsudartnews.com

13.-ANTONIO-PETITO

13 luglio 2025 |  VILLA CAMPOLIETO | ERCOLANO ORE 19:30

TEATRO

NELLE STANZE DEL DUCA DI SANGRO

infinito petito

Tre surice dint' a no mastrillo

di ANTONIO PETITO
con Rosario D'Angelo, Diego Consiglio, Maria Teresa Iannone, Vincenzo Bove, Vincenzo Vecchione
adattamento e regia Riccardo Citro

Pulcinella è molto più di una maschera: è il residuo attivo di una memoria teatrale che non ha mai smesso di vivere. È uno strumento vivo e presente, capace di guidare l’attore e di imprimere una forma precisa alla scena. Ogni volta che si mette in scena una “pulcinellata”, la sfida è sempre la stessa: far esplodere la sua potenza comica, rinnovare la sua vocazione parodica, attualizzarne la forza. Pulcinella non ha bisogno di resurrezioni nostalgiche: è vivo ogni volta che lo si lascia agire. “Tre surice dint’a no mastrillo” di Antonio Petito, è una piccola macchina perfetta: una partitura fatta di parole essenziali, gesti rapidi, e soprattutto spazi per il gioco attorale. Nella sua apparente leggerezza, il copione nasconde un meccanismo teatrale millimetrico, che regge il tempo e lo sguardo contemporaneo. Petito non spiega né giustifica: presenta tipi umani, desideri ossessivi, corteggiamenti grotteschi. Pulcinella, degradazione farsesca dell’innamorato romantico, è coinvolto in una corsa assurda e violenta verso un oggetto del desiderio tanto erotico quanto irreale: la figlia della tavernara. In questa versione, la farsa diventa specchio amaro del nostro presente. L’amore si trasforma in consumo, l’oggetto desiderato è un bene da conquistare e bruciare. I tre pretendenti sono tre maschere della pulsione cieca, incapaci di reale relazione, immersi in un automatismo che è, oggi, lo specchio della nostra bulimia affettiva e sessuale. La scena si fa così essenziale, quasi crudele, per lasciar emergere un riso secco, violento, quasi animalesco

SPETTACOLO TEATRALE E SPETTACOLO DI DANZA
INTERO: € 10,00
RIDOTTO UNDER 25 E OVER 65: € 7,00
Biglietteria fisica la sera dello spettacolo dalle ore 18:00