Converso e “L’opera da marciapiede”, un eccezionale evento di alta artisticità

Converso e “L’opera da marciapiede”, un eccezionale evento di alta artisticità

“L’Opera da marciapiede” – tra Kurt Viviani e Raffaele Weill messa in scena definita musicalmente grazie alle elaborazioni ed orchestrazioni di Roberto De Simone – ha visto come protagonista assoluto Raffaello Converso (nella foto di Massimo Pica) ed una virtuosa orchestra di 11 virtuosi che ha accompagnato brillantemente l’esibizione del solista.

Lo spettacolo andato in scena a villa Campolieto – in seno al Festival delle Ville Vesuviane – ha costituito un evento di eccezionale importanza performativa essendo questo il risultato di studi accuratissimi e ricordi personali che diventano rivelazioni sorprendenti: l’ultimo lavoro di Roberto De Simone è stato molto più di uno spettacolo. È la sintesi in musica di una vita spesa approfondendo una tematica a lui cara, nella quale convivono testi e musiche, luoghi e personaggi, altissimo e bassissimo, ricercato e popolare. In pratica, è stata una sorta di cronistoria non convenzionale della canzone napoletana attraverso i secoli e fino a oggi. Grazie all’interpretazione di Converso è stata chiara l’idea che la canzone napoletana sia figlia di continue contaminazione tra il colto e il popolare, il semicolto e il popolareggiante. Altrettanta chiara è la predilezione per la matrice popolare, ritenuta quella della determina la vera identità della musica napoletana. Quella che la fa resistere alla globalizzazione dei consumi culturali. Lo scopo infatti di questa opera non è quello di esibire esecuzioni di nuovi brani sulla scia tradizionale, quanto denunciare l’estinzione della musica da strada, cui fecero capo Brecht, Weill e Viviani nel costruire le proprie composizioni. L’arte canterina di uno sguagliato venditore ambulante e la raffinata poesia di Salvatore di Giacomo vanno qui a braccetto fra loro. Come i melodrammi del Belcanto e la performance di tre femminelli in processione a un santuario. L’alternanza fra momenti di rigorosa prosa e altri di spericolato canto a squarciagola sono stati affrontati da Converso con la medesima minuzia a bravura, questo ha reso piacevolissimo lo spettacolo da inizio a fine.

Fonte Il Roma
Teresa Mori

13.-ANTONIO-PETITO

13 luglio 2025 |  VILLA CAMPOLIETO | ERCOLANO ORE 19:30

TEATRO

NELLE STANZE DEL DUCA DI SANGRO

infinito petito

Tre surice dint' a no mastrillo

di ANTONIO PETITO
con Rosario D'Angelo, Diego Consiglio, Maria Teresa Iannone, Vincenzo Bove, Vincenzo Vecchione
adattamento e regia Riccardo Citro

Pulcinella è molto più di una maschera: è il residuo attivo di una memoria teatrale che non ha mai smesso di vivere. È uno strumento vivo e presente, capace di guidare l’attore e di imprimere una forma precisa alla scena. Ogni volta che si mette in scena una “pulcinellata”, la sfida è sempre la stessa: far esplodere la sua potenza comica, rinnovare la sua vocazione parodica, attualizzarne la forza. Pulcinella non ha bisogno di resurrezioni nostalgiche: è vivo ogni volta che lo si lascia agire. “Tre surice dint’a no mastrillo” di Antonio Petito, è una piccola macchina perfetta: una partitura fatta di parole essenziali, gesti rapidi, e soprattutto spazi per il gioco attorale. Nella sua apparente leggerezza, il copione nasconde un meccanismo teatrale millimetrico, che regge il tempo e lo sguardo contemporaneo. Petito non spiega né giustifica: presenta tipi umani, desideri ossessivi, corteggiamenti grotteschi. Pulcinella, degradazione farsesca dell’innamorato romantico, è coinvolto in una corsa assurda e violenta verso un oggetto del desiderio tanto erotico quanto irreale: la figlia della tavernara. In questa versione, la farsa diventa specchio amaro del nostro presente. L’amore si trasforma in consumo, l’oggetto desiderato è un bene da conquistare e bruciare. I tre pretendenti sono tre maschere della pulsione cieca, incapaci di reale relazione, immersi in un automatismo che è, oggi, lo specchio della nostra bulimia affettiva e sessuale. La scena si fa così essenziale, quasi crudele, per lasciar emergere un riso secco, violento, quasi animalesco

SPETTACOLO TEATRALE E SPETTACOLO DI DANZA
INTERO: € 10,00
RIDOTTO UNDER 25 E OVER 65: € 7,00
Biglietteria fisica la sera dello spettacolo dalle ore 18:00