L’arte (adesso) libera tutti. A Villa Campolieto la sfida di Ernesto Esposito

L’arte (adesso) libera tutti. A Villa Campolieto la sfida di Ernesto Esposito

È il primo evento mondano della stagione, quella che segue le ondate di ritorno del Covid. Villa Campolieto spalanca le porte a Ernesto Esposito e a trentacinque opere della sua poderosa collezione di arte contemporanea. «Così fan tutti» si intitola la mostra scelta per aprire le celebrazioni dei cinquant’anni delle Ville vesuviane, un appuntamento che richiama da lontano Terrae Motus che nel 1984 — negli stessi spazi — organizzò Lucio Amelio con Andy Wharol. Il gallerista è stato il mentore di Ernesto Esposito che ricorda «quella straordinaria avventura cui, ancora ragazzo, presi parte. Il segno della voglia di guardare avanti, oltre il sisma, verso il futuro. Oggi, come allora, è l’arte che ha il compito di lanciare il proprio sguardo avanti e di dare un segnale di fiducia. Villa Campolieto allora era in rovina, oggi è stata completamente recuperata. È la villa dove è passato Mozart ed è una cornice straordinaria che ci consente di vivere questo happening in assoluta sicurezza».

La mostra

La mostra è curata da Marianna Agliottone ed è stata promossa e prodotta dall’Ente Ville Vesuviane, presieduta da Gianluca Del Mastro, nell’anno in cui la Fondazione festeggia i cinquant’anni di vita. Il titolo non è solo un richiamo all’opera che Mozart, su libretto di Lorenzo da Ponte, ambientò a Napoli. I «tutti» questa volta sono gli artisti — quelli affermati e celebrati in tutto il mondo e i giovani — che si ritrovano insieme a villa Campolieto in uno straordinario contrasto di talenti, personalità e storie. Esposito fra le sue 1.158 opere — in parte conservate in un enorme capannone e in parte in giro per il mondo in mostre diverse — ne porta a Campolieto trentacinque. In mostra pezzi di Kounellis, Gilbert e George, Carol Rama, Ryan Mendoza ma anche nomi emergenti e ancora poco conosciuti del panorama artistico. «Giovani che, nel mondo di oggi, ci mettono poco a farsi conoscere — racconta il collezionista, che ha accompagnato la grande passione per l’arte alla sua attività internazionale di stilista — grazie alla rete e che qui hanno una vetrina accanto a personalità di grande spessore».

L’happening

L’happening di venerdì, al tramonto, a Villa Campolieto è l’appuntamento più agognato di queste settimane. Lontano dalle clandestinità di salotti e piccoli convivi, è il nuovo modo di stare insieme che avanza. Il simbolo di quello che saranno gli eventi mondani: grandi spazi, spesso fuori città, dove consentire l’ingresso all’evento a piccoli gruppi e in parallelo organizzare un cocktail vista mare in posizioni distanziate e sicure. Agli ospiti della serata sarà «regalata» anche una performance di Alessandra Franco, artista visuale che — dopo il calare del sole — sulla facciata di Villa Campolieto proietterà un omaggio al Vesuvio, alle ville del Miglio d’Oro e a Mozart. Attesi, fra gli ospiti, molti protagonisti del mondo dello spettacolo, il ministro della famiglia Elena Bonetti e personalità del mondo dell’arte. Taglio netto, dalla lista degli invitati, di moltissimi presenzialisti senza appeal. La mostra — dopo l’inaugurazione — sarà aperta al pubblico fino al prossimo 14 novembre.

Fonte Corriere Del Mezzogiorno

13 luglio 2025 |  VILLA CAMPOLIETO | ERCOLANO ORE 19:30

TEATRO

infinito petito

Tre surice dint'a no mastrillo


di ANTONIO PETITO

con Rosario D'Angelo, Diego Consiglio, Maria Teresa Iannone, Vincenzo Bove, Vincenzo Vecchione adattamento e regia Riccardo Citro

NELLE STANZE DEL DUCA DI SANGRO

Pulcinella è molto più di una maschera: è il residuo attivo di una memoria teatrale che non ha mai smesso di vivere. È uno strumento vivo e presente, capace di guidare l’attore e di imprimere una forma precisa alla scena. Ogni volta che si mette in scena una “pulcinellata”, la sfida è sempre la stessa: far esplodere la sua potenza comica, rinnovare la sua vocazione parodica, attualizzarne la forza. Pulcinella non ha bisogno di resurrezioni nostalgiche: è vivo ogni volta che lo si lascia agire. “Tre surice dint’a no mastrillo” di Antonio Petito, è una piccola macchina perfetta: una partitura fatta di parole essenziali, gesti rapidi, e soprattutto spazi per il gioco attorale. Nella sua apparente leggerezza, il copione nasconde un meccanismo teatrale millimetrico, che regge il tempo e lo sguardo contemporaneo. Petito non spiega né giustifica: presenta tipi umani, desideri ossessivi, corteggiamenti grotteschi. Pulcinella, degradazione farsesca dell’innamorato romantico, è coinvolto in una corsa assurda e violenta verso un oggetto del desiderio tanto erotico quanto irreale: la figlia della tavernara. In questa versione, la farsa diventa specchio amaro del nostro presente. L’amore si trasforma in consumo, l’oggetto desiderato è un bene da conquistare e bruciare. I tre pretendenti sono tre maschere della pulsione cieca, incapaci di reale relazione, immersi in un automatismo che è, oggi, lo specchio della nostra bulimia affettiva e sessuale. La scena si fa così essenziale, quasi crudele, per lasciar emergere un riso secco, violento, quasi animalesco

SPETTACOLO TEATRALE E SPETTACOLO DI DANZA
INTERO: € 10,00
RIDOTTO UNDER 25 E OVER 65: € 7,00
Biglietteria fisica la sera dello spettacolo dalle ore 18:00