Alberto Angela su Rai 1 alla scoperta del Miglio d’Oro
Un viaggio fra gli scavi di Ercolano e il museo di Pietrarsa, che parte da Villa Campolieto, con Lello Arena e Remo Girone
Dopo aver trascorso con grande successo «Una notte a Napoli», Alberto Angela torna in Campania. Alla scoperta, questa volta, della magnificenza del Miglio d’Oro. Un viaggio — che sarà in onda su Rai 1, in prima serata, martedì 18 gennaio nella trasmissione «Meraviglie, la penisola dei tesori» — che parte da Villa Campolieto, uno degli esempi più rappresentativi delle settecentesche ville vesuviane.
L’epoca d’oro
Le ville vesuviane vennero realizzate nel corso del Settecento, un’epoca d’oro per Napoli e la Campania. La costruzione ebbe inizio nel 1735 quando Carlo di Borbone decise di realizzare la sua nuova reggia estiva a Portici. Per stare a contatto con la corte reale, gli aristocratici napoletani cominciarono così ad acquistare terreni ed erigere lussuose residenze. In pochi decenni, tra Ercolano e Torre del Greco furono edificate oltre cento ville e la strada, lunga un miglio secondo il sistema di misura in uso all’epoca, fu ribattezzata Miglio d’oro. Villa Campolieto, con la sua grande esedra circolare e le sale magnificamente decorate, rappresenta il prototipo della Villa vesuviana: un edificio inserito in maniera perfetta nel paesaggio circostante, di cui diventa parte integrante, nel quale il lusso e l’eleganza degli interni dialogano con le forme semplici della struttura architettonica. A realizzarla, su commissione del principe Luzio di Sangro, fu il più famoso architetto del tempo, Luigi Vanvitelli che vi trascorse diversi anni, curando ogni minimo dettaglio della villa. E, accanto ad Alberto Angela, l’attore e regista Lello Arena racconterà alcuni aneddoti relativi a villa Campolieto, mentre l’attore Remo Girone farà rivivere il celebre architetto Luigi Vanvitelli.
Le ville vesuviane vennero realizzate nel corso del Settecento, un’epoca d’oro per Napoli e la Campania. La costruzione ebbe inizio nel 1735 quando Carlo di Borbone decise di realizzare la sua nuova reggia estiva a Portici. Per stare a contatto con la corte reale, gli aristocratici napoletani cominciarono così ad acquistare terreni ed erigere lussuose residenze. In pochi decenni, tra Ercolano e Torre del Greco furono edificate oltre cento ville e la strada, lunga un miglio secondo il sistema di misura in uso all’epoca, fu ribattezzata Miglio d’oro. Villa Campolieto, con la sua grande esedra circolare e le sale magnificamente decorate, rappresenta il prototipo della Villa vesuviana: un edificio inserito in maniera perfetta nel paesaggio circostante, di cui diventa parte integrante, nel quale il lusso e l’eleganza degli interni dialogano con le forme semplici della struttura architettonica. A realizzarla, su commissione del principe Luzio di Sangro, fu il più famoso architetto del tempo, Luigi Vanvitelli che vi trascorse diversi anni, curando ogni minimo dettaglio della villa. E, accanto ad Alberto Angela, l’attore e regista Lello Arena racconterà alcuni aneddoti relativi a villa Campolieto, mentre l’attore Remo Girone farà rivivere il celebre architetto Luigi Vanvitelli.
La città romana
I nobili di tutta Europa amavano questo versante del Golfo non solo per la sua amenità, ma anche per il suo appeal archeologico. In zona, proprio all’inizio del Settecento, venne fatta una scoperta che avrebbero per sempre cambiato la storia dell’archeologia: l’antico teatro romano di Ercolano rimasto per secoli sommerso dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. E dopo aver esplorato questo suggestivo luogo sotterraneo le telecamere si sposteranno nella città romana di Ercolano, che è oggi uno dei siti archeologici più famosi al mondo, inserito dall’Unesco nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità. La città romana, rimasta sostanzialmente intatta a distanza di quasi due millenni, aveva una fascinazione profonda sugli aristocratici del tempo. E, oggi come allora, costituisce una fonte di informazioni straordinaria per lo studio della civiltà romana. E la narrazione televisiva si dispiegherà su reperti organici e lignei perfettamente conservati.
I nobili di tutta Europa amavano questo versante del Golfo non solo per la sua amenità, ma anche per il suo appeal archeologico. In zona, proprio all’inizio del Settecento, venne fatta una scoperta che avrebbero per sempre cambiato la storia dell’archeologia: l’antico teatro romano di Ercolano rimasto per secoli sommerso dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. E dopo aver esplorato questo suggestivo luogo sotterraneo le telecamere si sposteranno nella città romana di Ercolano, che è oggi uno dei siti archeologici più famosi al mondo, inserito dall’Unesco nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità. La città romana, rimasta sostanzialmente intatta a distanza di quasi due millenni, aveva una fascinazione profonda sugli aristocratici del tempo. E, oggi come allora, costituisce una fonte di informazioni straordinaria per lo studio della civiltà romana. E la narrazione televisiva si dispiegherà su reperti organici e lignei perfettamente conservati.
Il museo di Pietrarsa
Ultima tappa di questa avventura attraverso le meraviglie del Miglio d’oro il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, dove sono conservati alcuni dei reperti più belli legati alla storia della ferrovia italiana. Qui nel 1839 venne inaugurato il primo tratto ferroviario in Italia, lungo la linea che da Napoli portava a Portici. A realizzarla fu Ferdinando II di Borbone, il figlio e successore di Carlo, con lo scopo di unire Napoli alla residenza estiva di Portici. E proprio all’interno del museo, è visibile la locomotiva che il 3 ottobre del 1839 trainò il convoglio inaugurale sulla tratta Napoli-Portici. In un altro padiglione, si trova invece una delle carrozze che componeva il Treno Reale, col quale Umberto di Savoia, il 10 gennaio del 1930, andò a prendere la sua futura consorte Maria José del Belgio, per condurla in Italia per le nozze.
Ultima tappa di questa avventura attraverso le meraviglie del Miglio d’oro il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, dove sono conservati alcuni dei reperti più belli legati alla storia della ferrovia italiana. Qui nel 1839 venne inaugurato il primo tratto ferroviario in Italia, lungo la linea che da Napoli portava a Portici. A realizzarla fu Ferdinando II di Borbone, il figlio e successore di Carlo, con lo scopo di unire Napoli alla residenza estiva di Portici. E proprio all’interno del museo, è visibile la locomotiva che il 3 ottobre del 1839 trainò il convoglio inaugurale sulla tratta Napoli-Portici. In un altro padiglione, si trova invece una delle carrozze che componeva il Treno Reale, col quale Umberto di Savoia, il 10 gennaio del 1930, andò a prendere la sua futura consorte Maria José del Belgio, per condurla in Italia per le nozze.
Fonte Corriere Del Mezzogiorno